
E' davvero troppo tardi per cambiare approccio educativo?
feb 6
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Non sai quante volte, da mamma, da amicə e da coach, ho sentito frasi come:
📢 “Ormai è troppo tardi”,
🙄 “È inutile, l’hə abituatə così”,
🤷♀️ “Ormai faccio così da anni, non posso più cambiare”.
Io, in effetti, ci ho riflettuto e mi sono chiesta: Ma cambiare noi o il nostro approccio educativo ci conviene? Voglio dire, è veramente necessario?
L’educazione che abbiamo ricevuto non è stata poi così male, no? Tutto sommato, siamo cresciutə bene lo stesso.
Pensiamo alle sgridate di quando rovesciavamo involontariamente un bicchiere d’acqua sul tavolo. Chi non si sentiva motivatə a fare meglio dopo una bella sfuriata?
E le sculacciate? Ah, quelle sì che erano pedagogiche! Un tocco magico che ci ha insegnato il rispetto e la capacità di mettere immediatamente fine al nostro disordine interno.
E come dimenticare la combo punizioni-premi. Che gioia infinita quando capivi che, per ricevere un giornaletto, bastava prendere un bel voto. Certo, c’era anche il rovescio della medaglia, d’accordo, come quando ci toglievano la televisione per una settimana intera.
A volte ti veniva da pensare che, in fondo, te l’eri pure meritato: perché quando si “è” troppo, è normale essere puniti. Altre volte, invece, provavi un po’ di ingiustizia, perché era statə tuo fratello o tua sorella a combinare il pasticcio e tu ti eri beccatə comunque la punizione. Però, ripensandoci, quelle emozioni di rabbia e vergogna ci hanno sicuramente tempratə per affrontare il mondo... no?
Sono lezioni che porteremo per sempre nel cuore. Sì, ok, insieme anche a un bel mix di ansia da prestazione, insicurezza e paure. Ma hey, dettagli. 🙃
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Riconoscere il punto di partenza
Questi sono i "classici ricordi" che popolano la nostra infanzia. E con loro, ci portiamo dietro vergogna, imbarazzo, senso di ingiustizia, rabbia, impotenza, rifiuto, tristezza, delusione e insicurezza.
Essere statə piccolə in un mondo di adulti che, invece di comprenderci, ci hanno fatto sentire sbagliatə non è stato proprio facile.
Però aspetta: i nostri genitori non sono mostri. Quasi certamente hanno fatto tutto il meglio che potevano, con quello che sapevano e avevano a disposizione. Non vanno giudicatə o colpevolizzatə per questo.
Però… osservatə, sì, eccome. Guardare con occhi nuovi le loro “tecniche” può fare una differenza enorme per noi e per i nostri figli.
Quindi, ecco il punto: chiunque tu sia, ovunque tu ti trovi, qualsiasi fase della tua vita tu stia vivendo, qualunque (e intendo proprio qualunque) età abbia tuo figlio o tua figlia, anche se fino ad ora ti sei comportatə come il Dr. Jekyll e Mr. Hyde, puoi ancora scegliere quale approccio educativo adottare. Puoi ancora scegliere che tipo di relazione vuoi avere con lui o lei.
Non si tratta solo di una scelta, ma di una responsabilità.
Quindi, cosa vuoi fare? Aspettare il prossimo scatto d’ira per poi pentirtene o iniziare davvero quel cambiamento che senti dentro di te?
Quale pillola scegli?
Dal film MATRIX:
Morpheus: Lo leggo nei tuoi occhi. Hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità. Tu credi nel destino, Neo?
Neo: No.
Morpheus: Perché no?
Neo: Perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita.
Morpheus: Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra, nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l’avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando.
[...]
Neo: Quale verità?
Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è. È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.
Cosa non funziona nell'educazione tradizionale
L’educazione tradizionale, basata su premi, punizioni, minacce e autoritarismo, potrebbe sembrare efficace nell’immediato, lo ammetto. Dopotutto, chi non ha mai visto unə bambinə smettere di fare i capricci quando minacciatə di perdere la TV? 📺
Ma la verità è che, a lungo termine, lascia dietro di sé cicatrici profonde, invisibili ma ben presenti:
🔴 Paura: Non parliamo della paura del buio, ma di qualcosa di molto più subdolo. È quella paura di essere sbagliatə, di commettere errori, di esporsi al giudizio altrui. Cresci così attentə a non deludere gli altri che finisci per vivere nell'ombra, evitando ogni situazione che potrebbe portare critiche o punizioni.
🔴 Insicurezza: Se non hai mai avuto qualcuno che ti dicesse "Vai bene così come sei", è probabile che, da adultə, tu abbia un compagno fisso: il dubbio. Dubiti di tutto, dalle tue capacità al colore della camicia che hai scelto.
🔴 Rabbia repressa: Se da bambinə ogni tua espressione di rabbia veniva punita, avrai imparato a soffocare tutto dentro di te. Ma attenzione: la frustrazione non scompare, si accumula. Basta che qualcuno ti tagli la strada in auto e improvvisamente sei Hulk.
🔴 Scarsa autostima: Crescere con l'idea che il tuo valore dipenda da un premio o da una punizione è una trappola. Finisci per aspettare che qualcun altro ti dica quanto vali. E quando, per esempio, i premi smettono di arrivare (spoiler: come succede nella vita adulta), il mondo ti crolla addosso.
Questi effetti, purtroppo, non si limitano all’infanzia, ma ci accompagnano anche nelle relazioni future, rendendo difficile costruire legami sani e comunicare bisogni ed emozioni. Ti ci rivedi, vero?
I metodi educativi tradizionali spesso creano dinamiche di superiorità e potere: c’è sempre qualcuno che comanda e qualcun altrə che deve obbedire.
Questo non fa altro che alimentare:
1️⃣ La perdita di fiducia negli altri, perché ci si sente costantemente giudicatə e non compresə.
2️⃣ L’aumento dei conflitti, generato dalla frustrazione per il mancato ascolto dei propri bisogni.
3️⃣Una forte disillusione, la sensazione che i propri desideri non vengano mai realmente considerati.
4️⃣La resistenza passiva, dove si eseguono gli ordini solo per evitare guai, mentre si mettono in atto piccoli atti di ribellione nascosta per recuperare un minimo di controllo. 🤯
La classica scena della crisi al supermercato
Un bambino piange disperatamente perché vuole un cioccolatino nella corsia dei dolci (sì, proprio quella illuminata da quel mistico fascio di luce celeste). Decidi di alzare la voce, stile Maria (Callas, non Montessori, per capirci), e lo minacci di non fargli più vedere la TV. Potrebbe anche smettere di piangere per paura, certo, ma il vero bisogno dietro quel pianto rimarrà completamente ignorato. E così, la prossima crisi sarà ancora più intensa.
La lotta per i compiti a casa
Momento compiti: Se imponi con severità al bambino di farli con "O li fai o non esci a giocare!", il suo cervello inizia a creare l’associazione: compiti = niente gioco. Questa associazione ripetuta nel tempo, non può che creare avversione per la scuola e lo studio. E poi ti chiedi perché "non ha voglia di imparare".
L’escalation dell’intimidazione
Quando usiamo le minacce come strumento educativo, entriamo in una spirale pericolosa. Le minacce sono come una medicina che, dopo un po', non fa più effetto perché l'organismo si abitua. Di conseguenza, per ottenere lo stesso risultato, siamo costrettə ad escalare: le minacce devono diventare sempre più grandi, più gravi e più spaventose. Se prima dicevamo: “Se non metti a posto i giochi, stasera niente cartoni”, presto si passa a: “Se non metti a posto, niente TV per una settimana”, che diventerà un mese, due mesi... e così via.
Perché è possibile cambiare approccio, anche oggi
Pensare che sia troppo tardi per cambiare approccio educativo è una scusa che ci raccontiamo per non uscire dalla nostra adorata zona di comfort 🛋️ (dove sì, si sta comodi, ma non si cresce).
La verità è che il cambiamento è sempre possibile, sia per noi che per i nostri figli. Non importa quanti anni abbiano: la capacità di adattamento è una delle doti più straordinarie degli esseri umani.
Certo, non aspettarti un "miracolo in 24 ore" ⏳… potrebbe volerci un po' per "resettare" certi schemi di risposta automatica, ma con costanza e coerenza, i cambiamenti accadono.
Quando unə genitore smette di usare metodi punitivi e inizia a comunicare in modo più empatico e rispettoso, succede qualcosa di magico ✨… anche nel cervello del bambino. L’amigdala, quella che attiva le reazioni di paura e difesa, si calma. E a quel punto si apre uno spazio mentale nuovo: più dialogo, più riflessione, più capacità di gestire le emozioni (e sì, anche meno scenate a tavola 🍽️).
Migliorare il legame genitore-figliə non è un’utopia, ma un percorso reale che passa dal cambiamento del nostro approccio.
Ecco la verità scomoda, Caro Genitore: tutto parte da noi.
Se ci aspettiamo che i nostri figli cambino comportamento mentre noi continuiamo a urlare e a imporre regole rigide senza spiegazioni, stiamo sognando. I bambini imparano attraverso l’osservazione, non con le prediche infinite. Non importa quanti discorsi facciamo: saranno sempre e solo le nostre azioni a parlare più forte di qualsiasi sermone.
Insomma, se vogliamo che loro evolvano, il primo passo è evolverci noi! 😊
Passaggi pratici per iniziare il cambiamento
Primo passo: lavorare su sé stessi (riflettere sulle proprie reazioni e modalità).
Secondo passo: introdurre nuove abitudini con piccoli gesti quotidiani.
Terzo passo: comunicare con trasparenza il cambiamento ai figli.
1️⃣Primo passo: lavorare su sé stessə 🪞
Prima di pensare di modificare il comportamento dei tuoi figli, è fondamentale guardare dentro di te.
Quali sono le reazioni che ti scattano automaticamente? Quali situazioni ti fanno perdere la pazienza? È davvero il disordine a farti arrabbiare o, sotto sotto, c’è lo stress accumulato della giornata? Riflettere sulle tue modalità educative è il punto di partenza per evitare di agire in modo impulsivo.
Riconosci le emozioni dietro le tue azioni. La consapevolezza emotiva ti permette di intervenire prima che l’esplosione arrivi.
L'obiettivo non è giudicarti, ma accettare che certe abitudini si siano formate nel tempo. Una volta compreso questo, puoi iniziare a modificarle.
2️⃣Secondo passo: introdurre nuove abitudini con piccoli gesti quotidiani 🌱
Il cambiamento non deve essere drastico per essere efficace. Piccoli gesti ripetuti ogni giorno sono molto più potenti di una rivoluzione improvvisa (e, diciamolo, anche più gestibili).
Prenditi una pausa prima di reagire 🧘♀️: Se tuo figlio ti fa saltare i nervi, prova a fare un respiro profondo prima di rispondere. Quella breve pausa potrebbe salvare la giornata (e le tue corde vocali).
Sostituisci le minacce con spiegazioni 🗣️: Invece di dire: "Se non metti a posto, ti tolgo la TV!", prova con: "Se mettiamo tutto in ordine, poi troveremo quello che ci serve più velocemente". Funziona meglio e riduce il rischio di scenate.
Rinforza il positivo 🌟: Fai attenzione ai comportamenti positivi e riconoscili con parole di apprezzamento. Non serve un Oscar, ma un semplice "Grazie, hai fatto davvero un ottimo lavoro" fa miracoli.
Con il tempo, queste nuove abitudini diventeranno automatiche e miglioreranno il clima familiare.
3️⃣Terzo passo: comunicare con trasparenza il cambiamento ai figli 🤝
Coinvolgi i tuoi figli nel processo di cambiamento. Non aspettarti che capiscano le tue nuove modalità senza spiegazioni (non sono veggenti!). La comunicazione trasparente crea fiducia e collaborazione.
Potresti dire, ad esempio:
"Mi sono resə conto che a volte urlo troppo e non mi piace. Voglio provare a reagire in modo diverso. Mi vuoi aiutare facendomelo notare quando accade?"
"Anche io sto imparando a gestire meglio le emozioni. Proviamo insieme a trovare soluzioni quando ci sentiamo arrabbiati."
Essere onestə e umano di fronte ai tuoi figli non è un segno di debolezza, ma di forza. In questo modo dimostri loro che il cambiamento è possibile e che anche gli adulti possono evolvere.
Esempi di situazioni in cui applicare il nuovo approccio 🛠️
Il caos mattutino prima di uscire di casa
Tuo figlio si rifiuta di vestirsi e tu sei sul punto di perdere le staffe. Invece di urlare, prova a offrire due opzioni: "Preferisci indossare la maglietta rossa o quella blu?". Questo gli dà un senso di controllo, riducendo la resistenza (e magari riesci a uscire in orario).
Un litigio tra fratelli
Invece di intervenire con un secco: "Smettetela di litigare!", prova a chiedere a entrambə cosa è successo e come si sentono. Aiutali a trovare insieme una soluzione, dimostrando che è possibile affrontare i conflitti senza urla.
Il gioco nuovo
Tuo figlio vuole un giocattolo e comincia a piangere. Invece di reagire con una minaccia: "Se non la smetti, non torniamo più qui!", prova a riconoscere il suo desiderio: "So che vuoi quel giocattolo, ma oggi non possiamo prenderlo. Possiamo però fargli una foto per guardarlo anche a casa". Spesso basta poco per calmare la situazione.
L’importanza della pazienza e della costanza
Il cambiamento è come una pianta: non basta piantarla e pretendere che il giorno dopo ci sia già un albero carico di frutti. Richiede tempo, cura e pazienza (...tanta pazienza). Non aspettarti miracoli immediati, perché nessunə diventa il genitore dei sogni dall’oggi al domani.
E quando arrivano gli ostacoli – perché arriveranno – ricordati che fanno parte del percorso. Non sono un segnale di fallimento, ma l’occasione per affinare gli strumenti che stai imparando a usare.
Prima di salutarci...
Siamo arrivati alla fine, Caro Genitore, e come avrai capito, non è mai troppo tardi per cambiare approccio, metodo, risposta, reazione, con tuə figliə.
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Se desideri evolvere come genitore, se desideri cambiare approccio, se desideri sostituire le minacce o le sculacciate, possiamo farlo insieme attraverso il percorso Evolution Parents. Trovi tutto qui.
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A presto.
Silvia.
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